Ma è sicuro che il tesoriere abbia agito da solo? Ci sono state complicità? Non avrà avuto affidamenti politici - magari in cambio di risorse economiche - che gli hanno spianato la strada?

Le risultanze dell'inchiesta indicano la piena responsabilità del tesoriere, posto a capo secondo l'accusa di una vera e propria attività di associazione per delinquere. Sarà la magistratura, ovviamente, a sancire e sanzionare tutti i fatti. L'impianto accusatorio, frutto del lavoro della Procura della Repubblica di Roma, che vede la Margherita come "parte offesa", è stato confermato dalle decisioni del Giudice delle Indagini Preliminari e, il 5 giugno, dal Tribunale del Riesame. Il 20 giugno, il Senato della Repubblica - per la prima volta in oltre sessant'anni - ha votato favorevolmente all'arresto del Sen. Lusi, accogliendo la richiesta degli inquirenti. Sono state smentite in modo secco e circostanziato tutte le ipotesi "politiche". Capillari accertamenti sono stati condotti per oltre sei mesi, inoltre, su fornitori e destinatari dei finanziamenti del partito. L'ex-tesoriere - dopo aver confessato le sottrazioni indebite per proprio tornaconto davanti ai PM, ma senza mai ammetterne tutto l'ammontare - ha successivamente affermato che il suo comportamento sarebbe scaturito da un "mandato" a compiere i reati di cui è accusato! Tutti hanno invece compreso che, essendo la Margherita parte offesa nel procedimento, qualunque collaborazione nelle appropriazioni indebite sarebbe stata e sarebbe perseguita penalmente. E' assurdo anche solo pensare che le vittime possano essere complici del reato; se ci fosse stato un accordo, certo le risorse non sarebbero state sottratte nascostamente e con sofisticati artifici e raggiri contabili, né sarebbero state intestate a familiari dello stesso Lusi. Quanto alle "spartizioni", alle suddivisioni interne di risorse ipotizzate su alcuni giornali (contro i quali è stata intrapresa una conseguente azione di rettifica, oppure giudiziaria), non è mai stato stabilito alcun accordo di questo tipo. Pur se sarebbe stata legittima, insomma, qualunque ipotetica intesa tra componenti e correnti politiche interne non ha mai avuto luogo.

L'unica circostanza in cui si è verificata una 'retrocessione' di risorse dalla Margherita a soggetti organizzati è stato a conclusione dell'accordo tra i 4 partiti promotori (poiché successivamente non sono stati dati soldi a nessun partito o movimento politico nato negli ultimi anni, come ad esempio l'ApI). Com'è noto, la Margherita-Democrazia è Libertà nasce in occasione delle elezioni politiche del 2001 per l'accordo elettorale tra Partito Popolare Italiano, I Democratici, Rinnovamento Italiano, UDEUR; adotta un simbolo con il nome di Rutelli e la riproduzione dei simboli dei 4 soggetti promotori. Dopo la separazione dell'UDEUR, gli altri partiti confluiscono nella Margherita-DL come partito nuovo, ed ottengono l'assegnazione delle seguenti risorse: circa 9 milioni e 400mila il PPI, 6 milioni e 200mila i Democratici, 2 milioni R.I., 7 milioni e 300mila l'UDEUR. L'attribuzione delle risorse ai partiti fondatori (che ne rispondono autonomamente) è stata completata nel 2006, oltre all'assorbimento nella struttura della Margherita di un numero concordato di dipendenti e collaboratori.