Lettera di Enzo Bianco a La Repubblica

Caro Direttore,

ci si può difendere dalle accuse, non dalle illazioni o dalle congetture.
Nel pezzo pubblicato ieri su Repubblica in prima pagina, a proposito dell'interrogatorio di Lusi al gip di Roma, si titola "Pagai 20 milioni a Rutelli e Bianco". Nell'articolo, in nessuna parte, questa "confessione", per quel che riguarda me, viene confermata. Si parla sì di una incredibile e diffamatoria operazione fiduciaria per conto dei rutelliani, ma mai si fa riferimento a me come percettore di queste presunte operazioni. Subito dopo vengo incredibilmente etichettato come rappresentante dei popolari, in un ipotetico e falso accordo di suddivisione delle risorse della Margherita. Chiunque sa che la mia storia politica non ha nulla a che vedere con i popolari e giá questo banale errore testimonia l'infondatezza della circostanza. Di questo surreale accordo e delle conseguenti spartizioni e percentuali non sono mai venuto a conoscenza, nè tantomeno potevo esserne il garante. 

Per la sesta volta in quattro mesi spunta fuori come nuova la notizia - questa sì vera - che le risorse del finanziamento pubblico sono state destinate ad iniziative politiche, convegni, personale, pubblicità, sedi. Ciò che ho sempre confermato, su cui gli inquirenti hanno svolto accurate indagini e hanno più volte confermato sin qui la piena legittimità dell'operato. 
Sono sicuro, caro Direttore, che anche le accuse rivolte ad altri da parte di questo incredibile personaggio si riveleranno false e diffamatorie. Ma per quel che mi riguarda non c'é neanche questo.

Continueremo a fornire ai magistrati ogni utile collaborazione perché sia fatta piana luce in questa brutta vicenda. Lusi risponderà anche delle calunnie che ha più volte reiterato, oltre che delle ingenti appropriazioni indebite che ha confessato e dei reati associativi di cui é accusato. Ma accostare le ruberie contestategli dai magistrati al finanziamento di attività politiche legittime svolte dai maggiori esponenti della Margherita è un “giochetto” che vuole soltanto creare confusione e la cui informazione andrebbe tenuta ben distinta. Così come non si può dar credito alla tesi insostenibile di un patto fiduciario tra le vittime e chi rubava, cosa che francamente respingo con tutta la forza che ho dentro e che mi deriva da una storia limpida.

Enzo Bianco